Umberto Cocchi

1. Chi sei?
Sono Umberto Cocchi, un ingegnere elettronico, informatico e data scientist. Ho scelto il mio lavoro per passione e l’ho fatto in molti ambiti, volutamente, per conseguire una visione ‘olistica’, sia in Italia che negli Stati Uniti. Da oltre vent’anni mi occupo attivamente di formazione, che, ad oggi, impegna quasi la metà del mio tempo. Continuo ancor’oggi a conseguire titoli accademici proprio in virtù di questa mia visione.

2. Com’è nata la tua passione per la docenza?
Ho cominciato perché ‘spinto a farlo’ da parte di un mio cliente, che aveva riconosciuto in me delle capacità che io stesso non vedevo. Da quel momento mi si è aperto un mondo, e la possibilità di condividere la mia esperienza con altri. È il mio modo per restituire al mondo una parte di ciò che la vita mi ha donato.

3. Qual è la caratteristica che un buon docente dovrebbe avere?

Un docente deve avere varie attitudini e, ovviamente, la preparazione. È un lavoro di alta responsabilità, perché può segnare la vita futura dei discenti, e di ciò bisogna averne consapevolezza.
Dal mio punto di vista non c’è una sola caratteristica specifica, ma un insieme che poi la determina.
La prima è la capacità di ascolto, comprensione ed empatia, e cercare di mettere da parte i preconcetti. Questo lavoro è un continuo scambio tra il docente ed il discente, con il quale ambedue crescono.
Capacità di saper gestire un conflitto, con il quale, prima o poi, ci si confronterà.
Sapersi mettere in gioco ed essere consapevoli delle proprie capacità e limiti, saper calibrare l’informazione in funzione della platea.

4. Qual è il valore aggiunto di frequentare un percorso di formazione per il proprio sviluppo professionale?
Ci sono due distinti percorsi, ambedue di natura esperienziale: prima formazione e formazione continua.
Nel primo caso, a differenza del percorso scolastico o universitario, l’obiettivo è fornire conoscenze pratiche, mirate al lavoro e al contesto in cui si opererà, non fini a sé stesse. Ovviamente anche qui è presente della teoria, che deve essere vista come una forma per raccontare la pratica. La scuola e l’università danno le conoscenze di base per la comprensione, la formazione permette di applicarle nei vari contesti.
La formazione continua, ha un’altra finalità, cioè quella di mantenere, e, possibilmente, aumentare le proprie competenze, in un mondo in continua e rapidissima evoluzione, intravedendo anche quello che sarà il possibile futuro, per poterci arrivare preparati, per gestirlo e non subirlo.

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